di GRETCHEN MORGENSON

 Anni prima dell’esplosione della bolla immobiliare, prima che i mutui ipotecari si incagliassero e milioni di americani si torvassero esposti alla vendita all’asta della loro casa. Un ricco imprenditore aveva rivelato l’esistenza di imbrogli nel sistema dei mutui.

Si chiama Nye Lavalle, ed era diventato famoso la prima volta per vicende legate allo sport ed alla pubblicità: negli anni ’90 capì per primo il potenziale pubblicitario delle corse di automobili con motori potenziati e del pattinaggio artistico, che avrebbero attirato folle di appassionati.

Il signor Lavalle ha fondato uno studio di consulenza chiamato “Sports Marketing Group”, e dopo aver perso la sua casa per debiti, in circostanze che lui definisce equivoche, ha cominciato una nuova vita come indagatore critico del mondo dei mutui immobiliari.

Nel 2003, quando i prezzi delle case erano saliti alle stelle, ha redatto un dossier di contestazioni sui comportamenti scorretti di uno dei giganti del settore, Fannie Mae.

Lette oggi, le sue eccezioni appaiono come una premonizione dellattuale crisi immobiliare. Già allora, come Lavalle scoprì, alcune società finanziarie al servizio di Fannie Mae erano ormai abituate a compilare falsi atti per le esecuzioni in tribunale; i metodi sono gli stessi scoperti per lo scandalo del “robo-signign” (ndt: meccanismi di certificazione prescritti per le esecuzioni immobiliari, che si è rivelato poi senza controllo e possibilità di difesa per i clienti meno abbienti delle banche).

Già allora, Lavalle segnalò che il registro elettronico nazionale dei mutui funzionava senza rispettare la legge e troppo velocemente, come i Tribunali hanno più tardi diffusamente riconosciuto.

Ci si può domandare perché il signor Lavalle non abbia fatto sentire la sua voce. In effetti, lui lo ha fatto. Per due anni, ha comunicato notizie agli amministratori ed agli avvocati di Fannie Mae. Questo ente assoldò un grande studio legale di Washington per investigare sulle denuncie, A maggio 2006 lo studio presento un rapporto segreto che confermava molte delle contestazioni di Lavalle (qui una copia divulgata a febbraio 2012).

E qui la cosa, apparentemente, si è fermata. Non ci sono stati segni di azioni riparatrici da parte degli amministratori di Fannie Mae. Negli uffici interni, il rapporto del 2006 è conosciuto come “O.C.J. Case No. 5595”, per riferimento all’ ufficio interno di giustizia dell’ente (“Office of Corporate Justice”): esso consentiva di comprendere quanto fossero profondi, e da quanto tempo si protaessero, i problemi americani nel campo dei mutui ipotecari e delle esecuzioni forzate.

Nella copia oggi divulgata dal New York Times si legge: “E’ di evidenza lampante che le procedure adottate, che si basano su documenti legali falsi, sono illegali. Con le sue proteste, il signor Lavalle ha centrato una questione che Fannie Mae deve risolvere immediatamente”

Accertare quanto gli amministratori di Fannie Mae sapessero delle procedure illegali per le esecuzioni, e da quanto tempo lo sapessero, è fondamentale per il Congresso degli Stati Uniti e per amministrazione Obama, che devono valutare il destino di questo ente e del suo omologo Freddie Mac. Questi giganti sono in effetti letteralmente esplosi e, sino ad oggi sono costati al contribuente americano 150 milioni di dollari. Prima che ciò avvenisse, la loro dimensione era tale che si poteva ben affermare che Fannie e Freddie costituissero lo standard per intera industria dei mutui, anche per effetto dell’enorme mole di lavoro che essi affidavano agli studi legali ed agli esperti di aste immobiliari.

Quasi tutti gli scandali denunciati dal signor Lavalle nel 2003 sono ormai diventati di dominio pubblico. Quelle scoperte hanno devastato lindustria dei mutui e lasciato in un mare di potenziali contestazioni legali Fannie, Freddie e le banche più grandi. Ciò che lascia più sconcertati è la constatazione che i metodi illegali usati, che il signor Lavalle ha denunciato da tanto tempo e che Fannie apparentemente non conosceva, ha sbattuto per strada tante persone che hanno perso al loro casa per procedimenti basati su documenti fasulli.

Fino a poche settimane fa, il signor Lavalle, che ha 54 anni, non aveva mai potuto leggere il rapporto segreto O.C.J. 5595. Aveva sperato di riceverne una copia, per l’aiuto fornito, appena fosse stato firmato dagli avvocati di Fannie dello studio Baker & Hostetler di Washington. Ma non gli fu concesso.

Dopo che ha potuto leggerne alcune anticipazioni da un giornalista de The Times, il signor Lavalle ha constatato che Fannie Mae, i suoi amministratori, i suoi esperti ed i suoi avvocati sembravano avere una politica di insabbiamento delle prove di truffa nella documentazione alla base dei mutui ipotecari. E non si è fermato: “messi di fronte all’evidenza, Fannie non solo ha mancato di correggere e di rimediare agli abusi, ma ha proseguito nella truffa cercando di far approvare sanatorie per le esecuzioni truffaldine”.

Un portavoce di Fannie Mae ha riferito in un comunicato della scorsa settimana che l’ente ha immediatamente messo in atto misure per le questioni rivelate nel rapporto del 2006, e che ha assunto altre iniziative per le esecuzioni nel 2010. “Vogliamo evitare le esecuzioni forzate, per quanto possibile, ma se non si può fare a meno di procedere occorre che si agisca nei tempi e nei modi previsti”, ha concluso.

Fannie Mae non direbbe se ha condiviso il rapporto con il consiglio di amministrazione o gli enti statali di sorveglianza, allora facenti capo all“Office of Federal Housing Enterprise Oversight”.

James B. Lockhart III, che guidava quell’ufficio nel 2006, ha detto di non avere memoria di quel rapporto; si è giustificato dicendo: “Probabilmente non l’ho visto, perché nel 2006 le esecuzioni immobiliari non erano un problema rilevante.”

Un rapporto più recente, pubblicato nello scorso autunno dall’ispettore generale dell’attuale ente statale di sorveglianza, la “Federal Housing Finance Agency”, fa un breve cenno alla questione sollevata dal signor Lavalle, anche se non ne riferisce il nome. Nel documento si rimprovera Fanne Mae per non aver affrontato I problemi di gestione delle procedure di esecuzione immobiliare, che si erano già verificati da anni.

Qui si può leggere intergralmente il Report to Fannie Mae Regarding Shareholder Complaints

rapporto sui reclami contro  Fanni Mae
  A version of this article appeared in print on February 5, 2012, on page BU1 of the New York edition with the headline: A Tornado Warning, Unheeded.

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