Sette grandi organizzazioni – Action Aid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children e UNICEF – con la collaborazione del Consiglio Nazionale del Notariato, propongono ai cittadini italiani di disporre un “lascito solidale”, un atto di amore alla portata di tutti, che può cambiare la vita delle persone che hanno più bisogno in Italia e nel mondo.

Il sito www.testamentosolidale.org e una Guida informativa sono alcuni tra gli strumenti della campagna che ha preso il via il 5 giugno.

“Come è cambiata negli ultimi decenni la sua idea sulla morte?” “Sono ancora fortemente contrario”. Parola di Woody Allen in una celebre conferenza stampa. Stando ai numeri,  gli italiani, così come il grande regista americano, della fine della propria vita non vogliono sentir parlare. E di conseguenza neanche del testamento: 8 italiani su 10, infatti, non hanno mai preso in considerazione l’idea di mettere nero su bianco le loro “ultime volontà”. Addirittura 6 su 10  non hanno alcuna intenzione di fare testamento neanche in futuro, mentre il 21% non ha mai valutato l’idea, ma “potrebbe pensarci su”. E’ quanto emerge dall’indagine realizzata per la campagna Testamento Solidale da GFK Eurisko e basata su un campione di quasi 1500 individui rappresentativo della popolazione italiana over 55. Soltanto l’8% del campione (circa 1,5 milioni di italiani) ha fatto testamento, mentre il 5% è intenzionato a farlo e il 6% ci ha pensato ma è ancora incerto se farlo oppure no.

Lo studio conferma una propensione bassa al testamento da parte degli italiani, vicina a quella già registrata nel 2012 dall’Agenzia delle Entrate (15,78%) e di gran lunga inferiore a quella di altri Paesi, ad esempio quelli anglosassoni: in Gran Bretagna la propensione si attesta intorno all’80%, negli USA al 50%.

Alla base del “rapporto difficile” con il testamento c’è l’ansia legata all’idea della fine della vita, ma anche il timore di causare problemi familiari. Come nelle più classiche commedie all’italiana, quelle dei “Parenti Serpenti”, la parola testamento evoca solitudine affettiva, timore di possibili reazioni negative da parte dei propri eredi, se non addirittura liti e trame.

Lasciti solidali: un’opportunità tutta da scoprire per 7 milioni di persone

Oltre 7.200.000 persone (1) over 55, il 45% del campione, dichiarano di non avere mai sentito parlare di lasciti solidali, mentre il 55% sa di che si tratta. Il 9% degli intervistati ha una propensione positiva, ma solo il 2% degli italiani ha già fatto il lascito o sicuramente lo farà (circa 400 mila persone).

Lo studio mette in luce che tra gli Italiani cresce la voglia di saperne di più sui lasciti solidali, ma evidenzia anche che le informazioni attualmente disponibili sono imprecise e limitate. Ad esempio, tanti pensano al lascito come una “roba da ricchi”, oppure credono che obblighi all’intera donazione del proprio patrimonio. Una doppia falsa convinzione, dal momento che si può cedere anche solo una minima parte dei propri averi, ad esempio una piccola somma di denaro, un gioiello o addirittura un arredo.  Inoltre, solo pochi ricordano che il testamento olografo (scritto di proprio pugno) è valido, revocabile e modificabile in qualsiasi momento.

Ma anche, più banalmente, come emerge dalla ricerca qualitativa di GFK Eurisko, molti non sanno a chi rivolgersi oppure temono che una richiesta di informazioni possa vincolarli ad un impegno. C’è insomma un evidente “gap” di conoscenza che questa campagna vuole finalmente colmare, per far comprendere l’importanza di un atto.

(da www.notariato.it)

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